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Fregatene, Rudolph!

Tempo di lettura: 4 min.

#Marginalia’s Xmas tales

C’era una volta l’Unicità.
La prozia Vanì, col cardigan infeltrito – rigorosamente rosso – delle grandi occasioni natalizie, amava immensamente l’Unicità. E il rosso.
Il racconto di #marginalia di oggi abbraccia strette strette le sue due passioni, cari nipotini di 1234onair!

Io sono quella dietro, le collane di perle mi sono sempre piaciute un sacco!

Possedere una caratteristica intrinseca fuori dal comune è sempre un gran fardello da portare. Spesso, infatti, l’ammirazione degli omologati ad uno standard condiviso si esprime in termini denigratori, più che d’elogio, mal celando una viscerale – quanto umana – gelosia.
L’invidia, che sfoga se stessa in innumerevoli ed impensabili forme, predilige l’emarginazione dal gruppo, come suo canale di sfogo prioritario, accanendosi contro il “diverso” amato-odiato così tanto da farlo sentire “sbagliato”.

A Natale non dovrebbero trovar posto sentimenti di questa fattura… eppure, uno dei più carini e speciali protagonisti della festa più sentita al mondo, è l’emblema di tutto ciò che tale giorno di emozioni condivise non dovrebbe contemplare.
Dopo tutti questi inconfutabili indizi, avete capito di chi stiamo parlando?
Già, proprio lui: l’adorabile Rudolph dal naso rosso!

Una delle centinaia di versioni di questa bombetta natalizia targata 1949

Rudolph la renna dal naso rosso (Rudolph the Red-Nosed Reindeer) è il personaggio immaginario più celebre creato dalla matita magica di Robert L. May. Appare per la prima volta in un libretto per bambini nel 1939, con il luminoso naso rosso che lo contraddistingue. Diventa, fin da subito, una delle presenze più popolari del folclore natalizio. Ma, come talvolta accade ai migliori, non occupa immediatamente una posizione incipitaria: era la nona renna della slitta, ben arretrata e quasi in coda rispetto alle altre. Le cose, però, sarebbero ben presto cambiate…

I fanciulli e le loro famiglie adorano a tal punto il simpatico animaletto che, nel 1948, negli States viene prodotto un cortometraggio sulla sua storia. Inutile precisare che il successo fu talmente travolgente da investire – ancor oggi – qualsiasi canale comunicativo, giungendo addirittura alla creazione di una serie di fumetti (mai editi in Italia).

In onore del decennale della creazione del dolce Rudolph (1949), il compositore americano Johnny Marks scrisse Rudolph the Red-Nosed Reindeer, di cui potete ascoltare la versione preferita della prozia Vanì facendo un piccolo scroll verso l’alto!

Robert L. May e la sua famiglia in un lontano Natale dei 40s

La storia narra le vicende di Rudolph, una giovane renna del Polo Nord, che, a differenza dagli altri esemplari della sua specie, possedeva un insolito naso color rubino luminosissimo. L’insolita caratteristica non era passata – com’è ovvio – inosservata, così le altre renne, un po’ gelose e un po’ cattive, tendevano ad emarginarlo bruscamente.

La sorte, con un piccolo aiuto da parte del meteo, fece il resto.
Durante una notte di vigilia particolarmente tempestosa, il boss Babbo Natale era molto preoccupato: temeva che la coltre di nebbia fittissima potesse impedire l’imminente consegna dei regali. Per la prima volta, in quell’istante, notò il naso lucente di Rudolph e chiese alla piccola renna se fosse disposta ad illuminare il sentiero per rischiarare la strada alle altre.
Rudolph, sebbene preso in giro ed escluso fin da quando era arrivato, accettò l’incarico e, da quella notte, venne premiato occupando la prima posizione nell’agognato parterre del vecchino canuto.

Corri Rudolph, corri! Che è già il 1958 e Chuck Berry deve farsi arrestare a breve… coooorrriii

Ormai, l’antifona l’avete capita: come tutte le storie natalizie che si rispettino, anche questa, cari nipotini, voleva trasmettere una morale. O forse due.

  1. Valorizzare l’Unicità è un dovere, leggendo in essa un termine di paragone con la mediocrità; non quella dell’aspetto esteriore – che, ahinoi, è una delle poche cose che non si scelgono fino in fondo – ma l’Unicità e la mediocrità d’animo, sulle quali, invece, per fortuna si può lavorare per una vita intera. E non solo a Natale.
  2. Il rancore logora solo chi lo cova in petto. L’invidioso rode e l’invidiato gode. Ancor più, si fa lustro del proprio onore, dimenticando le offese e rispondendo ad esse con un bel gesto. Siamo pur sempre ciò che diamo, mica ciò che riceviamo!
La splendida Myrna Loy + renna su un set cinematografico anni ’20

Perciò, miei piccoli Rudolph, correte sì, ma per la vostra strada.
Correte forte, correte anche per irradiare il cammino di qualche stronzo, se serve. Ma correte per voi.
E, soprattutto, fregatevene di chi ritiene la vostra Unicità un peso, il vostro Valore aggiunto un “troppo”, il vostro quid speciale un marchio di pesantezza.
Continuate a correre e fregatevene.

Baci velenosi col rossetto rosso,
Vanì Venom

Vanì Venom

Vanì Venom è l’alter-ego, a metà tra il letterario e il rocker, di Vanina Pizii, una giovane professoressa di Lettere appassionata di musica anni ’40 ’50 e ’60 e di tutto ciò che concerne il lifestyle legato al mondo vintage: dischi, foto, abiti, libri, arredi, auto e chi più ne ha più ne metta!