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L’indumento che rivoluzionò la vita delle donne

Tempo di lettura: 4 min.

#Marginalia trentatré

Un piede davanti all’altro… il cammino più lungo del mondo comincia sempre dal primo passo.
Ecco, meglio farlo comodamente allora. Senza cosce che sfregano, senza reggicalze che calano, senza tessuti fastidiosi o troppo pregiati, che rischiano di smagliarsi ad ogni minimo movimento.
Questa è la storia di un indumento che ha rivoluzionato, per sempre, la vita delle donne: i collant!

Foto di Kurt Hutton, 1938

Primo alleato: il nylon

Resistente come l’acciaio, delicato come la ragnatela, se dovessi descrivere in poche parole il genere femminile, penso proprio che userei questa calzante allegoria. In realtà si tratta dello slogan della prima campagna pubblicitaria di un materiale eccezionale, una resina sintetica inventata da Wallace H. Carothers nel 1935: il nylon.

“Resistente come l’acciaio, delicato come la ragnatela”

L’illuminato chimico statunitense sintetizzò il poliammide 6.6 nei laboratori della DuPont di Wilmington, nel Delaware. Grazie al poliammide era possibile produrre un filamento continuo, simile alla seta, ma molto più resistente e di gran lunga meno costoso.

La stupefacente invenzione venne brevettata nel 1937, cambiando per sempre la storia di un indumento tanto comune quanto fondamentale nell’ambito della moda e, soprattutto, del pret à porter: le calze da donna. L’anno dopo, quando l’azienda DuPont iniziò a produrre le prime paia di calze in nylon, Wallace era già morto suicida a causa di controverse vicende personali… peccato non abbia potuto constatare quanto la sua trovata fosse stata geniale. Sul finire del 1939, infatti, le calze in nylon vennero presentate all’esposizione internazionale di San Francisco… da lì in poi, il successo!

Snelle, tornite, slanciate o morbide… alle gambe delle donne sono state dedicate delle canzoni da urlo!

Le nylon stockings sono state le padrone indiscusse dei 40s, talmente fortunate nel mercato nazionale, da meritare una sorta di ricorrenza: il 15 maggio 1940 è stato un giorno talmente memorabile che la DuPont lo ribattezzò l’N-Day, poiché le vendite a livello nazionale esplosero già dalle prime ore. Quello che non si aspettavano era che l’anno successivo venissero vendute ben 64 milioni di paia!

Ci sarebbe voluta una bomba o una catastrofe per arrestare la potente avanzata di questa pazzesca rivoluzione. E tanto avvenne, purtroppo. Durante la Seconda Guerra Mondialela produzione delle calze di nylon subì un forte arresto, a causa della riconversione delle aziende a scopo bellico ed anche della forte crisi economica che investì il paese.

Negli Stati Uniti il vecchio Zio Sam troneggiava su enormi pannelli propagandistici, facendo appello a tutte le donzelle americane affinché donassero le loro calze alla nazione… sì, avete capito bene: l’intera produzione di nylon fu destinata alla costruzione di paracadute!

La colorazione nude era la più in voga alla fine degli anni Quaranta

Dal Medioevo agli anni Cinquanta

Le cuciture sul retro, indubbiamente sexy, risultavano però fastidiose nella quotidianità… tanto da essere ben presto eliminate, con sommo rammarico degli adoranti uomini. Tuttavia, proprio un altro uomo fu il responsabile della seconda e più importante tappa della rivoluzione.

Correva l’anno 1959 ed il premuroso e lungimirante Allen Grant inventava i collant. Strizzando l’occhio alla medievale calzamaglia, vi applicava la tessitura in nylon, dando vita ai collant come li conosciamo oggi.

Secondo lo Smithsonian Magazine tutto è nato in nome dell’amore coniugale. Facciamo un passo indietro: sei anni prima Allen Grant era a capo dell’azienda tessile Glen Raven Mills e, dopo aver patito seraficamente un pomeriggio di lamentele da parte della moglie Ethel Boone, gli balenò nella mente la geniale idea del connubio.

La donna, costretta ad accompagnarlo in lunghi viaggi di lavoro pur essendo incinta, borbottava continuamente che lo stramaledetto reggicalze le rendeva la vita impossibile e che sarebbe stato molto meglio incollare le mutande a quei lunghi e fastidiosi calziniet voilà, Allen non se lo fece ripetere due volte!

Intanto, in Italia…

I collant: un salvavita, per le viaggiatrici e le lavoratrici.
Addio calze di cotone o seta, ciao ciao materiali rigidi tenuti su da accrocchi di elastici e principi della fisica!

“Quando sono usciti i collant… che bello! Benedetto quello lì che li ha inventati!”

La citazione è di Rosella Genova (la mamma del nostro Raffo The Twist. Sì, proprio lui: il dj di OneTwoThreeFour che vi fa ballare ogni martedì alle 18 – se in quell’ora siete a rammendare calze, tutti i poadcast delle puntate li trovate qui).

Erano gli anni a cavallo tra i ’60 e i ’70 e tre generazioni di donne, nonna madre e figlia (Rosella, appunto), nella loro merceria di Pianezza (TO) vivevano la storia di una rivoluzione sulla loro pelle, pardon, direttamente sulle loro gambe. E sulle gambe di tutte le ragazze che fino a qualche tempo prima avevano chiesto calze di cotone o auto-reggenti.

Ci pensate? Anche in un cantuccio del torinese, in un paesello napoletano, per le strade di Milano correva – nel vero senso della parola – una rivoluzione silenziosa ma inestimabile: le donne erano libere di essere sexy e comode allo stesso tempo… finalmente!

Chi non se la ricorda questa?

Non tutte le rivoluzioni sono fatte di cannonate. Non tutte le rivolte urlano, dirompenti, contro l’incedere della Storia. Alcune – come questa – si fanno strada mettendo un piede davanti all’altro con eleganza e un briciolo di sensualità. Si dice che le brave ragazze vadano in paradiso e le cattive dove gli pare… beh, vogliamo andarci comode e fighe.
Grazie uomini, però, per aver inventato il nylon e i collant… questo ve lo devo!

Baci velenosi e rivoluzionari,
Vanì Venom

Vanì Venom

Vanì Venom è l’alter-ego, a metà tra il letterario e il rocker, di Vanina Pizii, una giovane professoressa di Lettere appassionata di musica anni ’40 ’50 e ’60 e di tutto ciò che concerne il lifestyle legato al mondo vintage: dischi, foto, abiti, libri, arredi, auto e chi più ne ha più ne metta!